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L’Amore di Dio abbatte qualunque muro!!! E la gioia del RnS penetra ovunque!!!

Gesù ci ha permesso in questi giorni di aprire le porte e preparare la strada alla Sua Venuta al carcere di Torino Le Vallette!

La gioia di Gesù Bambino è entrata fin dentro alle celle del carcere torinese!

Suddivisi nelle squadre di misericordia siamo andati a pregare con i detenuti che gli agenti penitenziari facevano uscire dalle loro celle: canti di accoglienza, cioccolatini, segno della croce, invocazione dello Spirito Santo, annuncio della Parola di Dio, benedizione su ciascun detenuti, auguri di buon Natale di Gesù!

Abbiamo lasciato occhi lucidi che ci guardavano e fratelli pieni di gioia: Dio è grande!!!                       

Abbiamo animato due Sante Messe, una nel carcere femminile e una in quella maschile.

È seguito il pranzo: famiglie che per la prima volta hanno potuto festeggiare il Natale insieme!

Appena visto i loro papà i figli più piccoli sono saltati loro in braccio e non li hanno più lasciati fino al termine del pranzo! Quante lacrime!!!

Con la nostra semplicità e con la gioia che Dio ci imprime nelle nostre vite, Dio ha potuto toccare i cuori di tutti: detenuti, agenti penitenziari, familiari!!!

Non c’è nessuno che non abbia bisogno dell’Amore di Dio! Basta portarlo e Dio opera!

(Antonella)

Qualche anno fa incominciò a farsi sentire in me un desiderio, poter fare qualcosa per i detenuti del carcere di Torino, Le Vallette. Una follia! Come fare? Da dove iniziare?

Passano mesi e anni e il desiderio ritorna periodicamente, parlando con tanti fratelli della Regione scopro che alcuni di loro hanno il medesimo desiderio. Il Comitato Regionale mi incoraggia a provarci. Andiamo a parlare con il Cappellano del carcere, dando la ns disponibilità ad un'opera di evangelizzazione, ci indirizza ad un altro sacerdote, ma poi non se ne fa nulla.

Continuo a pregare e a chiedere preghiere per questa intenzione, un gruppo intero e numeroso prega da tanto tempo e si sta preparando per l'opera. Il Signore sta creando la squadra, attendiamo in preghiera. Il desiderio in me è sempre più grande. Chiedo solo al Signore la strada da percorrere e Lui mi fa conoscere due fratelli che per motivi di lavoro sono a contatto con i detenuti, Angelo un agente di polizia penitenzia in servizio proprio a Le Vallette e Alessia un Avvocato.

Chiediamo direttamente alla direzione un pranzo d'amore per Natale con i detenuti e le loro famiglie. Ci dicono di si e il 10 novembre ci fissano un appuntamento per discutere l'evento. Quella mattina prima di entrare siamo a pregare e arriva la Parola di Giona (4,11)

"E io non dovrei avere pietà di Ninive, quella grande città, nella quale vi sono più di centoventimila persone"

Bene, il Signore vuole portare la sua misericordia a ognuno dei 1.300 detenuti e anche la Dottoressa ci chiede che non sia un evento per pochi. Da li in avanti è stato un susseguirsi di mail, telefonate e colloqui, per definire il programma con la direzione, i cappellani e il Vescovo e ottenere ogni autorizzazione e permesso. Un mese di continue sorprese, il Signore è davanti a noi e risolve ogni cosa, condividiamo tutto con gli altri due fratelli e spesso ci troviamo a dover camminare sulle acque, giusto un attimo e poi lo Spirito ti risucchia come in un vortice. Angelo fa praticamente tutto essendo dentro l'istituto ed Alessia prepara con il suo gruppo tutto l'occorrente per le squadre della misericordia, inoltre conoscendo bene l'ambiante con ogni suo consiglio ha anticipato tante difficoltà ed evitato tanti no dalla direzione. Arrivano anche i fondi per pagare il pranzo e ogni altra cosa, alcune famiglie che hanno saputo ci hanno donato 500,00 euro, ci vengono date le bibite, i centrotavola e altro ancora. La squadra di 32 fratelli per l'evento è pronta, tutti i gruppi della Regione intercedono. Roveto Ardente di preparazione e grande sorpresa quella sera si prega non solo per noi 32 ma soprattutto per ogni detenuto, per ogni cuore, fino adesso non ci avevamo pensato proprio. Chiediamo allo Spirito che entri prima Lui in quei cuori e ci dona Mt. 9,12-13 "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate e imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori".

Ancora misericordia per tutti.

Il Vescovo ha fissato la data, Signore ma proprio il 22 dicembre? E' il mio compleanno! Fa niente l'evangelizzatore non si ferma mai.

Non manca nulla, proprio nulla; 1.300 lettere di amore per ogni detenuto, dolcetti, cioccolatini, panettoni e l'occorrente per il pranzo, tutto offerto da noi. Alle nove i 32 varcano i cancelli, tutti pronti, abbiamo anche 7 chitarre, una in più persino di quanto avevamo chiesto. Prima sorpresa veniamo accolti da 2 agenti mai visti prima che trionfanti ci salutano dicendo che anche loro sono del RnS. Ci dividiamo in tre squadre due vanno in altrettanti padiglioni fino a toccare ogni singola cella, il Signore l'aveva già detto di avere pietà per ognuno dei centoventimila. La terza ad animare la messa al femminile. Ci aprono un altro padiglione, serve un'altra chitarra, ... ah eravamo noi ad aver sbagliato i conti non il Signore. Messa con 40 detenute, visi segnati dalla sofferenza che alla fine sorridono e le lacrime bagnano ogni guancia. Vogliamo salutarle, sorridere, lo facciamo. Tra non molto non le vedremo più, ma quegli occhi non potremo mai dimenticarli, sono sempre li non ne possono più di soffrire ma la luce non si è ancora spenta.

Ci spostiamo tutti alla messa al maschile, tutti partecipano con gioia con i nostri canti e Willian riceve anche il Sacramento della Cresima. Misericordia su misericordia.

Attraversiamo i corridoi per recarci al pranzo cantanto e saltanto di gioia. Ore 12.00 arrivano le mogli e i figli di alcuni detenuti. Che gioia stare al tavolo con loro, ci chiedono ma dove vi trovate? vogliamo venire a pregare con voi.

Arrivano anche due Babbi Natale non possono mancare i doni per i piccoli.

Ore 14.00 i familiari vanno via, piangono i bimbi, le mamme, i papà e anche noi. Qualcuno fino alle otto di sera, nei giorni a seguire e continua a farlo.

Dopo l'ultimo canto anche alcuni agenti si lasciano andare e sembrano dei nostri. E' ora dei saluti, un attimo ancora e due detenuti arrivano con un panettone farcito, due candeline e un 51 sopra, sono i miei anni. Ma proprio il 22 dicembre? Perdonami Signore, chi potrà mai scordarsi tutto questo. La direzione, il personale, tutti che ringraziano, 4 testate giornalistiche di cui Avvenire e La stampa. I 120.000 non erano solo i detenuti. La misericordia ha toccato tutti e soprattutto noi. Altro che 100 volte tanto, siamo stati pagati molto di più per quello che abbiamo fatto, i fratelli continuano a dire che un Natale così non si può dimenticare. E chi lo scorderà! Quel vortice di misericordia e di amore che abbiamo sperimentato si deve assolutamente ripetere, ne hanno bisogno i detenuti e ne abbiamo bisogno noi. E si ripeterà! tutto è stato grande e quella grazia abbatterà altri cancelli di altri istituti. E' solo l'inizio, sta sorgendo Ninive quella grande città nella quale vi sono più di 120.000 persone. Che sia così Signore!

(Arcangelo) 

 

  

 

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“Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi” (Mt 25,35-36)

Fin da subito voglio ringraziare Dio per la grandiosa opera che ha compiuto il 22 dicembre presso il carcere Lo Russo e Cutugno di Torino.

Tutto è iniziato con pensieri di paura, sconforto e impotenza. Non riuscirò mai a far fronte ad un ostacolo così grande: affrontare il Direttore, il Comandante, i colleghi e i detenuti stessi, per non parlare dei giudizi e dei commenti negativ.

Durante la conferenza Nazionale 2016 ci fu una grande testimonianza del Direttore del carcere di Milano, che insieme ad alcuni colleghi della Polizia Penitenziaria lodavano Dio per quanto di grandioso stava facendo in quel penitenziario, dove Direttore e agenti collaborano per recuperare i fratelli ristretti e portarli a Dio.

Io quel giorno pregai Dio con queste parole “Io non sono in grado di fare nulla, non ho né le capacità né i doni per fare tutto ciò, io posso darti solo la mia fede e aspettare che tu faccia per me”.

Fin da subito abbiamo trovato dei cuori aperti nell'Istituto ed ero già sicuro delle parole del salmo “con Dio noi faremo cose grandi”.

Abbiamo iniziato ad alzare un muro di fuoco, è stato chiesto a tutti i gruppi del Piemonte di pregare, pregavo lo Spirito Santo di guidarmi e darmi il coraggio. Appena ci hanno concesso il benestare, abbiamo iniziato a lavorare, mi sono ritrovato coinvolto con tutto me stesso, senza sapere come, mi sentivo un pennello nelle mani di Dio e Lui ha iniziato a pitturare un meraviglioso quadro. Non sto qui a dirvi le moltissime difficoltà incontrate, ma posso dirvi che, tutte quelle che si sono presentate, immediatamente venivano risolte.

L’ultima notte ho dormito pochissimo, l’emozione, i pensieri per l’ingresso dei fratelli, la preoccupazione per ciò che occorreva, il pranzo, la paura che il demonio agisse per impedire la riuscita del tutto. Mi dava tanto forza la Parola del Roveto. Mt 9,12-13 "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori"

Il giorno fatidico arrivò, sembrava il mio primo giorno di lavoro, ero emozionato, divisa in ordine, scarpe lucide, ero felicissimo, stavo andando a lavorare non solo per il Ministero della Giustizia, ma ancora di più, per il mio Signore. Quel giorno tutto è andato al meglio, niente e nessuno ha impedito l’evento, ogni cosa era benedetta da Dio, dai fratelli che avevano i volti gioiosi nell’attesa di toccare con mano, di servire e condividere il pranzo con Gesù,

Che gioia le celebrazioni eucaristiche e le squadre della misericordia che hanno portato il messaggio del Padre ad ogni fratello detenuto, di qualsiasi razza o religione, fin dentro le sezioni con i canti gioiosi del RnS. La sala da pranzo, dove sono stati preparati i tavoli per i commensali, era stata trasformata da un buio teatro, ad una sala piena di colori dove, aleggiava lo Spirito di Dio. Ho visto la gioia dei bambini abbracciare i loro padri e i padri prendersi cura, come non mai, dei propri figli, ho visto anche la tristezza, di chi non ha potuto incontrare i propri familiari, trasformarsi in gioia solo alla fine della giornata, grazie all’amore di Dio dato dai fratelli. Ma la grazia più grande, è stata vedere i miei colleghi, per la maggior parte indifferenti a tale giornata, convertire i loro cuori, consumando il pranzo insieme a noi tutti.

Io da quel giorno vivo ancora di più il mio lavoro come una missione, continuo a vedere grandi meraviglie e questa esperienza ha lasciato un segno indelebile nel mio cuore.

Ho imparato a fidarmi di Dio e con convinzione porterò il nome di Cristo davanti a tutto e tutti.

Ringrazio Dio per avermi dato tanto coraggio e per avermi permesso di fare un’opera  di bene, perché è vero che c’è più gioia nel dare che nel ricevere.

(Angelo)

 

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Fin dal mattino, in attesa di incontrare i detenuti, durante la preghiera abbiamo chiesto al Signore di donarci degli occhi ripieni del suo Amore perché i detenuti non si sentissero giudicati ma accolti. Siamo andati in tre sezioni cella per cella donando loro un sorriso stringendo le loro mani accompagnati dalla musica e dai nostri canti, molti di loro si sono fermati con le mani tra le sbarre semplicemente a ringraziare e stringere le nostre mani.

Il momento più emozionante è stato quando i bambini hanno incontrato i loro papà, quegli abbracci e quella gioia rimarrà indelebile nel mio cuore; come la gratitudine di molte mamme presenti che hanno potuto pranzare insieme come famiglia in un’atmosfera di festa e di gioia.

Ringrazio e prego Dio per ogni volto incontrato e prego perché non sia stato solo un Natale diverso da altri, ma che attraverso tanti piccoli gesti abbiano potuto gustare quanto il Signore li ama e non li giudica, perché li sta attendendo ad uno ad uno per abbracciarli e stringerli a se.

Ieri sera sono arrivata a casa alle 20,00 stanchissima, ma il cuore era colmo di gioia e gratitudine. GRAZIE!!!!

Francesca

 

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E stata un esperienza che mi ha toccato il cuore.

Tutto questo grazie a Gesù. Quando entri in questi corridoi immensi e con questi cancelli che si chiudono lì capisci quanto è preziosa la libertà. Poi i loro visi che esprimono il vuoto e la sofferenza, che meraviglia quando ci siamo abbracciati e il loro viso sorrideva, lì c'era Gesù.

Molto toccante questi bambini che nel momento del saluto non volevano andare più via. Alla fine sono stati loro che hanno dato di più a me. Il Signore è grande in questo ti dà sempre l'opportunità di vivere, la società ti scarta il Signore ti recupera e ti rende migliore.

Che dire, Gesù e grande e vuole che ognuno di noi porti il suo abbraccio nei luoghi dove il cuore non sorride più.

Non mi potrò mai scordare quei volti.

(Salvatore)

 

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22 dicembre 2016… un giorno indimenticabile che rimarrà per sempre nel mio cuore.

Da quando si è parlato per la prima volta della possibilità di entrare nel carcere delle Vallette per lasciare un messaggio di speranza ed evangelizzare quei cuori, ho sentito forte la chiamata e il desiderio di essere parte di questo progetto.

Tutto è stato fatto con amore e quello che mi è rimasto dentro a fine mattinata, non si può descrivere, non ci sono parole.

Negli occhi di ogni donna ho visto il vuoto, la paura, lo sconforto, la rassegnazione, e ho pregato affinché il Signore potesse dare loro, attraverso ognuno di noi, un po’ di ciò di cui hanno bisogno. Tante di loro durante la Messa hanno cantato insieme a noi, hanno sorriso e hanno pianto … è stato emozionante!         

Il Signore ha toccato i loro cuori!

Negli occhi di ogni uomo ho visto stupore, curiosità, ringraziamento per averli fatti sentire persone normali, per non averli giudicati, per averli serviti e per aver mangiato insieme a loro. È stato bello vedere tutti quei sorrisi spuntare sui loro volti, la loro gioia nello stare insieme ai propri cari e giocare con i loro bimbi. Abbiamo regalato loro un po’ di serenità, loro non sanno che è stato poco rispetto a quello che abbiamo ricevuto!

Ringrazio il Signore e tutti i fratelli per avermi dato questa possibilità e spero ci saranno altre occasioni come questa. Grazie perché sulla Sua Parola abbiamo gettato le reti e la pesca è stata abbondante! Grazie perché mi sento ricca per tutto quello che ho ricevuto, grazie Signore perché vai sempre oltre le nostre aspettative e mai rimarremo delusi!

 (Simona)

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